Attenzione, la “discesa” sembra finita

L’ondata Omicron è stata importante sia per il numero di contagiati (circa 8 milioni di persone), che per la rapidità di crescita che è passata da circa 20 mila nuovi positivi al giorno di metà dicembre, agli oltre 200 mila di inizio gennaio.

Fortunatamente, in maniera quasi altrettanto veloce, verso la fine di gennaio è iniziata una decrescita che ci aveva fatto sperare che quest’ondata si sarebbe conclusa verso la fine di febbraio. Purtroppo ad un certo punto il meccanismo di discesa si è inceppato e la decrescita è stata sempre più lenta. Qui sotto vedete il grafico dei positivi giornalieri con due curve sovrapposte: quella gialla è una derivata della funzione Gompertz, mentre quella blu è la media mobile (su una settimana) dei conteggi. Abbiamo discusso in precedenti post (primo post, secondo post) come la funzione Gompertz sia in grado di descrivere precisamente la fase di discesa della curva dei contagi fino all’insorgere di nuove ondate.

La curva gialla è stata ottenuta usando i dati fino al 22 febbraio, dopo di che è stata estrapolata. Come si vede dalla figura (nella zona evidenziata in arancione), in queste 2 ultime settimane l’andamento dei casi ha smesso di seguire la fase di discesa e mostra i sintomi di una ricrescita.

Questa inversione di tendenza è molto visibile anche dal grafico  dell’indice di contagio Rt visibile qui sotto (metodo Covidstat, ripreso dalla pagina dedicata del nostro sito).

Rt è sceso sotto il valore 1 il 24 gennaio ed ha proseguito una veloce discesa fino alla metà di febbraio raggiungendo il valore minimo 0.69, per poi però iniziare a salire e sfiorare 0.9 in questi giorni. E’ probabile che nei prossimi giorni Rt continui a salire anche oltre il valore 1 e di conseguenza i positivi giornalieri aumenteranno. Il motivo di questa crescita non è chiaro e potrebbe non essere unico: un contributo potrebbe derivare dal basso numero di bambini vaccinati nella fascia 5-12 anni (circa il 35%), oppure dal calo di misure restrittive, o dalle frontiere più aperte, … tante possibili concause.

La cosa importante è accorgersi quanto prima (e questo è il motivo fondamentale di fare l’analisi dei dati) che stiamo entrando in un’altra fase e dunque ci dobbiamo preparare a fronteggiarla con gli interventi opportuni (distanziamento, mascherine, vaccini, …). Terminiamo con una nota di ottimismo: l’arrivo della primavera porterà temperature più alte e ci spingerà a passare più tempo in luoghi aperti dove minore è la probabilità di contagio.

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