“CovidStat va all’Istituto Superiore di Sanità”

Alla fine di marzo 2021 è stato siglato un accordo tra l’INFN e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che consente all’INFN di utilizzare i dati dell’ISS per analisi statistiche. Queste informazioni sono di proprietà del ISS e l’accordo non prevede la possibilità da parte dell’INFN di rendere “aperti” questi dati.

Il dataset, comunque soggetto ad alcune limitazioni relative alla privacy, viene aggiornato con cadenza settimanale e contiene informazioni aggiuntive rispetto a quelle fornite dalla Protezione Civile. Dal 21 aprile 2021 sono cominciati ad arrivare i dati ed abbiamo iniziato ad analizzarli, realizzando i grafici che, per problemi di privacy, sono stati resi disponibili nel sito solo dal 17 luglio 2021: https://covid19.infn.it/iss/.

Ma cosa contengono questi grafici?
Oltre ad essere più precisi in termini di datazione dei casi (le date non sono affette dal ritardo di notifica), contengono informazioni aggiuntive relative all’età, al genere e al personale sanitario.

Vediamo, per esempio, i nuovi casi giornalieri per operatori sanitari e le altre categorie persone:

Ma allora i vaccini funzionano? Caspita se funzionano !!
Il calo dei casi sintomatici per gli operatori sanitari durante i primi mesi del 2021 dimostra l’effetto della campagna di vaccinazione.

E questo si riflette anche sul numero di decessi degli ultra-ottantenni, come è mostrato chiaramente in figura:

 

Ma si ammalano di più le femmine o i maschi?
Non abbiamo notato alcuna differenza perchè la leggera prevalenza dei casi sintomatici delle femmine (2 132 779 casi) rispetto ai casi dei maschi (2 042 281) è esattamente compensata dal maggior numero di femmine nella popolazione italiana (51%, corrispondente a 30 591 392 su 59 641 488 individui). Il rapporto di casi positivi, infatti, normalizzato alla corrispondente popolazione viene uguale al 7% in entrambi i generi.
E in questa figura viene mostrata la distribuzione per età dei casi positivi:

Cosa possiamo dire dell’età alla quale si contrae la malattia?
Vi è una generale tendenza alla diminuzione dell’età media degli ammalati per COVID-19. Questo significa che le persone più anziane, che sono la percentuale più alta di persone vaccinate, sviluppano sempre di meno la malattia. Al contrario dei giovani che sono ora la categoria più esposta al rischio di contagio, anche a causa della loro vita di relazione sociale più intensa.
In questo grafico è riportato l’andamento temporale dell’età mediana e gli intervalli corrispondenti ai quantili al 68% e 95% dei casi positivi:

Ad esempio, il giorno 26 giugno 2021 il valore della mediana dell’età dei casi positivi era 35 anni.

Fino a che livello di dettaglio arrivano i dati?
I dati dei positivi, ricoveri, terapia intensiva e deceduti  sono disponibili fino al livello delle province. Di queste informazioni, che sono affette da una maggior fluttuazione statistica rispetto alle regioni e al dato nazionale, viene riportato solo l’andamento della media mobile a 7 giorni e non il dato giornaliero. La scelta di utilizzare le distribuzioni mediate è motivata anche dal fatto di rispettare le limitazioni relative alla privacy. Nella figura sottostante viene visualizzata la distribuzione dei deceduti giornalieri per la provincia di Milano:

e, per paragone, la stessa distribuzione per la provincia di Napoli:

È evidente il diverso impatto che hanno avuto la prima e la seconda ondata della pandemia nelle due province considerate.

Ma perché è stato condotto questo tipo di analisi, non era sufficiente il bollettino del ISS?
Le analisi compiute dal gruppo CovidStat (sui dati dell’ISS) permettono di avere una visione diversa e complementare rispetto a quelle compiute dal ISS. L’ISS produce un bollettino settimanale (reperibile nel sito https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/) dove sono analizzati diversi aspetti epidemiologici e medici della pandemia dovuta al Covid-19. Nel nostro sito, invece, viene compiuta una analisi che è di tipo statistico e vengono resi disponibili i grafici, dove la statistica lo consente, per tutte le regioni e province. Per questo i due approcci sono complementari. Con l’aggiornamento settimanale, inoltre, vengono ricalcolate e graficate tutte le quantita` di tutte le province e di tutte le regioni.

In conclusione, in questo blog vi abbiamo commentato alcuni grafici, ma più che con immagini statiche vi invitiamo a visitare il nostro sito che offre la possibilità di avere maggiori informazioni interattive.

Il tasso di positività

Il tasso di positivà è un indicatore della diffusione di una epidemia.
Viene definito come il rapporto tra il numero di positivi rispetto ai tamponi effettuati. Un’altra possibile definizione considera i “casi testati” al posto dei tamponi. La ragione di questa definizione alternativa è dovuta al fatto che il numero di tamponi include anche i tamponi di controllo effettuati per accertare la guarigione di un positivo. Tuttavia anche il numero di “casi testati” introduce una distorsione. Questo perché una persona che è stata testata in passato, ad esempio a ottobre, non viene conteggiata anche se il nuovo test è a tutti gli effetti un tampone diagnostico, cioè utilizzato per individuare la presenza del virus. In aggiunta, nei “casi testati”, vengono conteggiati una sola volta i tamponi periodici che vengono effettuati sul personale sanitario.

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