In questa seconda parte applicheremo le tecniche introdotte nella prima parte del post alla seconda ondata del contagio.

Il grafico qui sopra mostra l’evoluzione del contagio (nuovi casi giornalieri) in Italia a partire dal 1 Ottobre 2020 fino ad oggi.
È subito evidente che l’andamento negli ultimi 8 mesi è molto più complesso del periodo precedente: almeno 4 ondate si sono susseguite in questo periodo. Per descrivere l’andamento dei nuovi casi giornalieri utilizziamo la somma di 4 funzioni di Gompertz (una per ogni ondata). Nel grafico sono riportate le singole curve tratteggiate (curve G1, G2, G3, G4), mentre la loro somma è la curva continua arancione (G1+G2+G3+G4), infine in grigio è riportata la media mobile a 7 giorni, per confronto.
Come abbiamo discusso nel dettaglio nel post “Quanto vale(va) un rosso”, questo andamento a ondate multiple è dovuto al fatto che le misure restrittive non sono state costanti nel tempo e sono state applicate in tempi diversi nelle varie regioni. La decrescita finale è sostanzialmente dovuta all’effetto delle vaccinazioni , che hanno rapidamente smorzato la ripartenza rappresentata dalla quarta Gompertz (G4).
Per segnalare eventuali ripartenze fermiamo quindi l’interpolazione dei dati all’11 maggio (data alla quale l’interpolazione si stabilizza, incorporando la curva G4) e monitoriamo eventuali discostamenti dall’estrapolazione.
Nel sito aggiorniamo quotidianamente l’andamento del contagio (qui il link) e l’andamento dei residui (in questa pagina web) che riportiamo qui sotto.

Come si può facilmente osservare, per il momento, fortunatamente, non sono visibili accenni di ripartenza del contagio.
È possibile controllare lo stesso andamento nelle singole regioni selezionando il menu “Grafici”, la regione desiderata in “Regioni” e poi “Dati=Positivi” e “Positivi=Deviazione”, come mostrato qui sotto. Anche a livello regionale non sono visibili indicazioni di ripartenze.

Possiamo ripetere lo stesso esercizio per i dati del Regno Unito, di cui abbiamo discusso in questo post.
Il grafico qui sopra mostra l’andamento del contagio nella seconda ondata, abbiamo interpolato i dati con 4 Gompertz fino alla data del 20 Aprile.

I residui ((dati-fit)/errore dei dati), riportati nel grafico sottostante, mostrano che i dati hanno cominciato a discostarsi dal fit a partire dall’inizio di maggio: al 26 di maggio avevano superato la soglia di allarme di due deviazioni standard, mentre i media hanno cominciato a segnalare la ripartenza in UK solo verso il 10 giugno…




2020 in aprile e novembre e il successivo del gennaio 2021. Per uscire dall’emergenza dell’ultimo picco, il Regno Unito attivò due mesi di lockdown e una campagna vaccinale piuttosto consistente che ridusse i contagi giornalieri da 60000 a meno di 2000. Questo miglioramento ha portato una drastica riduzione delle misure restrittive e la vita ha ripreso in maniera quasi regolare. Purtroppo negli ultimi 20 giorni (vedi riquadro rosso) il numero di positivi giornalieri è costantemente aumentato arrivando a circa 6000. Questa crescita ha un andamento esponenziale, con un tempo di raddoppio di 15 giorni nella prima parte e di 9 nella seconda: il significato è chiaro, se continuerà così, ogni 9 giorni il numero dei positivi raddoppierà. Questo aumento comporta anche una crescita dell’indicatore Rt che è arrivato a 1.4. Tuttavia l’aumento dei positivi non porta necessariamente ad un aumento dei decessi, in quanto potrebbe trattarsi soprattutto di contagi su persone giovani non ancora vaccinate che tipicamente sopravvivono alla malattia (purtroppo non abbiamo i dati per verificarlo). Attualmente il numero di decessi in UK mostra un andamento costante che potrebbe anche essere dovuto al picco di contagi negli ultimi mesi. La domanda ovvia è: perché in un panorama generalmente positivo, il Regno Unito sta peggiorando? Non c’è una risposta certa, ma solo ipotesi:

